Volperino
Lungo la via della Spina
Frazione montana del comune di Foligno, da cui dista circa 20 km, posta in prossimità dell’antica via della Spina, Volperino si situa all’interno di un sottobacino altocollinare-montano delimitato a nord dal monte del Pozzo (1040 m), a est dal passo di Civitella (953 m) a sud dal monte Catino (806 m). L’insediamento, posto in un contesto boschivo di cerri e roverelle che si apre a sud in un declivio coltivabile, è formato dal centro omonimo (848 m sul livello del mare) e dai vocaboli Tribbio (850 m), Croce (840 m), e Montarone (817m). Rinvenimenti archeologici in località la Sala permettono di datare i primi insediamenti nell’area al IV-III secolo a.C. In particolare i resti murari di un terrapieno denunciano la presenza di un castelliere denominato di Montesanto sovrastante l’attuale campo sportivo.
Di pertinenza del casato dei Monaldi, di Volperino restano testimonianze scritte dal 1103, quando i conti Monaldo II e Oderisio II vendono ad Alberto, abate di Sassovivo, due terreni ad Gulperinum. Nel 1109 per dono della stessa famiglia Volperino diviene interamente pertinenza dell’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo. Con l’affermarsi del Comune passa sotto la giurisdizione della città di Foligno, con l’obbligo di provvedere a due baiuli. La castellania incentrata su Rasiglia (borgo e castello) includeva le pertinenze più immediate con Fabriano di Rasiglia e Stregne -toponimo presso la fonte Troccola- e tra le Ville anche Volperino, collegato da una via che poi sfociava a Cupigliolo e ai piani verso Colfiorito (3 ore di cammino tra i boschi) e quindi efficace collegamento con l’area di Colfiorito, snodo imprescindibile verso le Marche. La castellania di Rasiglia con le numerose ville circostanti, compresa quella di Volperino, costituiva inoltre un’area molto rilevante sotto il profilo produttivo nell’ambito di tutta la Valle del Menotre e dell’area della montagna folignate.
Nel 1130 Michele degli Atti conte di Uppello, reduce dalla prima Crociata (1096-1099), portò con sé la reliquia del cranio di San Marone, santo anacoreta siro-libanese, vissuto nel IV-V secolo, fondatore della chiesa cristiano-maronita del Libano e la donò all’abbazia di Santa Croce di Sassovivo. L’urna contenente la testa del santo fu quindi conservata nella chiesa parrocchiale di Volperino, intitolata a San Marone, come documentato già dalla Bolla di Innocenzo II del 1138, in cui la chiesa di San Mauro (Marone) viene indicata come crucem sancti Mauri. La preziosa reliquia fu poi traslata nel 1490 nella Cattedrale di Foligno dal vescovo Luca Borsciani Cibo, lasciando una piccola parte a Sassovivo. Nel 2000, in seguito ad un accordo tra la Santa sede, il Patriarca emerito della Chiesa maronita Nasrallah Boutros Sfeir e il Ministero dei Beni culturali, parte della reliquia, collocata in un nuovo busto di bronzo offerto dal vescovo di Foligno Arduino Bertoldo venne riportata nel Monastero di Kfarhy da dove era stata prelevata dieci secoli prima. Il 22 gennaio 2016, dopo la ricognizione e l’estrazione di alcuni frammenti, il cranio di San Marun è stato trasferito nel nuovo prezioso reliquiario in legno di cedro del Libano ricoperto in lamina d’oro, opera dello scultore spagnolo Marco Augusto Duenas raffigurante il santo che tiene in mano la Chiesa Maronita, dono della comunità libanese, e posto nella nicchia marmorea nel lato destro della navata della Cattedrale. Tre porzioni di reliquie ossee sono state riposte in altrettanti reliquiari: una nel vecchio reliquiario, una destinata alla Sede Patriarcale di Bkerké in Libano e la terza alla Chiesa nazionale del Libano in Roma.
Sede di una comunanza agraria, l’agricoltura, la pastorizia e lo sfruttamento del patrimonio boschivo hanno tradizionalmente costituito fonte di reddito degli abitanti. Si ricordano i traversari, che tagliavano un tempo il legname dei secolari boschi di quercia del luogo per fornire le traversine per le linee ferroviarie.
Da segnalare, oltre alla chiesa parrocchiale di San Marone, decorata con affreschi quattrocenteschi attribuiti a Ugolino di Gisberto recentemente riaperta al culto dopo i danni subiti dai terremoti del 1997 e del 2016, la chiesa di San Lorenzo di Stregne, il palazzo delle tre palle, così detto per le tre sfere di pietra poste sopra il portale, residenza del nobile folignate Francesco Jacobilli, secondo quanto asserito dallo storico Ludovico Jacobilli; la fonte Troccola, con annesso lavatoio, risalente nel suo nucleo originario al XII secolo, recentemente restaurata (2017) dalla Coo.Be.C. su iniziativa del Comune di Foligno, della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e della locale Pro Loco. Volperino, con Roviglieto e Scopoli compie ogni anno, nella seconda domenica di giugno, l’antica processione al santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia nata nel 1865 come ex voto per invocare la pioggia. Nel mese di agosto, a cura della Pro Loco, si tiene la Festa della Montagna. Oggi Rasiglia è raggiungibile da Volperino anche attraverso un antico percorso attraverso il bosco recentemente ripristinato, ricreando tra le due comunità il profondo legame storico e produttivo che le ha sostenute nel passato.