Visitare San Bartolomeo | Turismo in Umbria, Appennino folignate - Guida77
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San Bartolomeo

Imperdibile esempio di architettura religiosa settecentesca

Fondato dalla famiglia Trinci, completato entro il 1415 per accogliere i frati del movimento dell’Osservanza francescana fondato da fra’ Paoluccio Trinci. Ancora oggi il complesso è vissuto dai Francescani osservanti che nei secoli hanno arricchito l’insediamento con opere d’arte di particolare valore sempre legate all’Ordine. La chiesa conserva nella cappella di sinistra l’ultima opera di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, completata nel 1503 dal figlio Lattanzio, che rappresenta il Martirio di San Bartolomeo. La cappella di destra, eretta nel 1676, accoglie la riproduzione, in scala ridotta, del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Documento di grande valore storico in quanto l’originale, nelle travagliate vicende del Santo Sepolcro, è stato distrutto. La chiesa conserva numerose ed importanti opere d’arte dal Cinque al Settecento che sottolineano il valore fondante di questo luogo per il movimento dell’Osservanza. Felice Damiani, Tommaso Nasini, Nicolò Circignani detto il Pomarancio sono gli artisti di maggiore rilievo presenti nella chiesa e, per il Quattrocento, Bartolomeo di Tommaso, presente con una Crocifissione di cui restano solo alcuni brani nella cappella absidale.

La facciata e gli affreschi

La facciata è considerata un esempio di architettura religiosa tra i più rilevanti del Settecento folignate. Molteplici le attribuzioni, tra queste a Giuseppe Piermarini e Filippo Neri. La sola certezza è che l’opera è stata realizzata dal maestro muratore folignate Angelo Giacobetti su disegno di un architetto ancora ignoto. Anche il complesso del Convento, sostanzialmente immutato dalla metà del XVII secolo, è ricco di opere d’arte. All’ingresso si trova un ciclo di affreschi con Storie della vita di Santa Angela da Foligno e nel chiostro le Storie del Beato Paoluccio Trinci con medaglioni raffiguranti i Santi francescani, cicli realizzati entrambi da fra’ Ippolito Lemmi (notizie 1714-1732) al quale sono riconducibili anche i dipinti del refettorio e della controfacciata (1721-22).

Percorsi da fare