L’insediamento è testimoniato già agli inizi dell’età del ferro e nelle epoche immediatamente successive. Del 1082 è il primo documento scritto che cita una curte de Pale poi definita villa priva di fortificazioni. Nel Quattrocento l’insediamento viene fortificato e denominato Castello di Pale. Tra Due e Trecento passa dai Monaldi, signori di stirpe longobarda, alle pertinenze dell’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo.
Per l’abbondante e particolare presenza delle acque si sviluppa la produzione di panni, di mulini da cereali e di cartiere. I primi impianti sono documentati nel 1273 (gualchiera da panno), 1299 (mulini da cereali e gualchiere da panno); tra il 1332 e il 1340 si hanno le prime notizie sulle cartiere, concesse in locazione dai monaci dell’abbazia di Santa Croce di Sassovivo. Le cartiere hanno avuto un grande sviluppo in tutta la valle, dalla fase iniziale esclusivamente artigianale a quella a carattere industriale potenziata dalla famiglia Sordini negli anni 1929-30. A Pale tra gli anni trenta del Seicento si afferma, sempre per l’abbondante presenza di acqua, la lavorazione del rame, che si protrarrà fino a tutto il Settecento. Nel 1895, sempre grazie alla ricchezza del patrimonio idrico, sarà creato a Pale l’impianto idroelettrico per la città e il territorio folignati.
All’inizio del Settecento vengono scoperte le grotte, ricche di formazioni calcaree come stalattiti, stalagmiti e colonne descritte nei libri di viaggio dai viaggiatori del Grand tour. Anticamente conosciuta come Grotta dell’Abbadessa, è costituita da tre camere principali alle quali si accede attraverso cunicoli e si estende per circa 58 metri.
L’abitato, racchiuso in gran parte all’interno del castello voluto dai Trinci, è caratterizzato dalla ricca parrocchiale di San Biagio, patrono dei cardatori di lana, devozione, quindi, strettamente legata all’attività delle gualchiere. Nella chiesa sono presenti opere di notevole qualità, sia nei dipinti (Felice Damiani 1530 ca. – 1608) sia negli intagli e nelle sculture (Antonio Calcioni 1653-1721.
PALAZO ELISEI, CASCATE E GROTTE
Della famiglia Elisei, titolare del monumentale palazzo in Foligno, si hanno notizie fin dal 1268 e in seguito con l’ingresso di Fiorderisa Trinci, figlia di Corrado III che viene data in sposa a Rinzoro Elisei. Gli Elisei hanno sempre avuto una presenza autorevole nella vita religiosa e civile della città di Foligno, testimoniata da una storica residenza in città e dai possedimenti di Pale, con un palazzo e annesso giardino pensile, ricco di straordinarie varietà botaniche, tanto da richiamare l’interesse di illustri visitatori quali la regina Cristina di Svezia (1652) Cosimo III granduca di Toscana (1693), Casimira di Polonia (1699). Oltre all’interesse botanico gli illustri viaggiatori erano attratti dalla presenza delle grotte, ricche di stalattiti e stalagmiti, in quel momento ancora parzialmente esplorate. Oggi l’accesso alle grotte è regolato e garantito da apposite guide.
Lo spessore di roccia che accoglie l’abitato di Pale scende verticalmente verso la valle, fino all’area denominata Altolina (centrale elettrica attiva) creando un salto naturale del fiume Menotre e dando luogo a suggestive cascate, dette Cascate dell’Altolina, denominate nei catasti “caschi delle Vecchie”.
LA CROCE DI PALE
In occasione dell’Anno santo della Redenzione, nel 1900, si decide di installare sulla vetta del Sasso di Pale una croce commemorativa che fosse visibile da gran parte dell’Umbria. L’ingegner Rietti ne creò il progetto, le ferriere di Terni ne curarono l’esecuzione e fu posta in essere dal meccanico Giuseppe Manni e dal muratore Carlo Carloni. La croce, del peso di 45 quintali, alta 16 metri, e costata circa 2.000 lire, venne installata con una solenne cerimonia presieduta dal Vescovo di Assisi, il 10 giugno 1902. La cronaca tramanda che la comunicazione al Papa Leone XIII, che l’aveva voluta, dell’avvenuta installazione avvenne tramite il concorso di sedici colombi viaggiatori, opportunamente addestrati che, dopo poche ore, da Pale giunsero in Vaticano. Nel basamento della Croce, a futura memoria, venne murata in un vaso di cristallo, inserito in un vaso di piombo, una pergamena contenente il verbale descrittivo del grande evento; sul basamento della croce venne posta una iscrizione commemorativa in latino.
Il Sasso è custode di una sacralità antica testimoniata dalla presenza di un santuario sulla vetta (scavi condotti da Laura Bonomi Ponzi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria) e da un tempio a doppia cella alla base (scavi condotti dalle archeologhe Matelda Albanesi e Maria Romana Picuti), contiguo all’abitato di Pale.
EREMO DI SANTA MARIA GIACOBBE
Sul versante orientale del Sasso di Pale (958 m.), alla destra idrografica del fiume Menotre, si trova l’Eremo di santa Maria Giacobbe, documentato dal 1296. Costituito da un insediamento rupestre con una porzione riservata all’eremita ed una chiesa con affreschi del XIV e XV secolo che testimoniano il culto delle mirrofore, le Marie presenti alla crocifissione di Cristo, così dette per essersi recate al Sepolcro con gli unguenti rituali, come la mirra.
Esistente già dal 1226, il piccolo nucleo abitativo si dota di una chiesa dedicata a San Lorenzo nota dal 1239 come dipendente dalla Pieve di San Valentino di Civitavecchia. L’attuale chiesa è un rifacimento legato agli eventi sismici del 1832 ed è stata realizzata nel 1833 su progetto dell’architetto Antonio Mollari, molto attivo in Foligno.