Pieve Fanonica
Nella valle del Topino
Lasciata alle spalle la città di Foligno, percorrendo la SS. Flaminia in direzione nord, si raggiunge Pieve Fanonica, antico sito posto a 10 Km dal capoluogo, che attraverso un diverticolo di grande bellezza naturalistica collega agli altipiani plestini. Attestato già dal 1138 secondo gli studiosi rappresenta il fulcro territoriale dei Nucerini Favonienses citati da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia (III, 113-114) con i Nucerini Camellari, unico popolo organizzato secondo il modello paganico-vicano (serie di piccolo villaggi = pagi, inseriti nel pagus, entità politica più ampia).
Lasciata alle spalle la città di Foligno, percorrendo la SS. Flaminia in direzione nord, si raggiunge Pieve Fanonica, antico sito posto a 10 Km dal capoluogo, che attraverso un diverticolo di grande bellezza naturalistica collega agli altipiani plestini. Attestato già dal 1138 secondo gli studiosi rappresenta il fulcro territoriale dei Nucerini Favonienses citati da La chiesa di Santa Maria Assunta, documentata dal 1138, è la chiesa madre delle comunità contermini situate lungo la valle del Topino. Sorta presumibilmente in età paleocristiana allo sbocco della valle di Capodacqua su quella del Topino, è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. L’elegante facciata presenta nella parte inferiore grandi blocchi di pietra di epoca romana; la parte superiore è ornata da un rosone ed una bifora in pietra scolpita (1904). La torre campanaria è stata rifatta nel 1896. L’interno della chiesa, a croce latina, è in stile neogotico. Qui si conserva la Madonna della Pieve, statua lignea riccamente abbigliata della Madonna con il Bambino (1715) oggetto di secolare venerazione. In occasione della festa dell’Assunta la chiesa è tuttora meta di pellegrinaggio da tutta la valle. Almeno fino alla fine del Seicento ogni comunità recava in dono un tributo di cera bianca in segno di sottomissione, riconoscendone il ruolo di chiesa madre, sede del fonte battesimale e di sepoltura.
Il viadotto
Poco distante, sito sulla destra venendo da Pontecentesimo, il Viadotto della via Flaminia di epoca romana. Risalente presumibilmente all’età augustea, è stato riportato alla luce negli anni 1990 dagli scavi effettuati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria. Realizzato come opera di contenimento della collina sovrastante e del vicino torrente, presenta un doppio muro di pietra locale in opera quadrata ed un cunicolo, solo in parte scavato, che si apre sui fronti con due archi realizzati con conci di pietra disposti a raggiera.