Piani di Arvello

Un sito di importanza comunitaria

Il Piano di Arvello, di grande suggestione naturalistica, è caratterizzato dall’alternarsi ininterrotto di monti e spazi pianeggianti. Unitamente al Piano di Annifo è stato inserito (1995-1997) nei Siti di Importanza Comunitaria (Sic). E’ un piano carsico, interamente disseccato in estate, mentre nei periodi invernali più piovosi è parzialmente ricoperto d’acqua per 20-30 giorni. Costituisce la più piccola conca tettonico-carsica degli Altipiani plestini ed è ricoperto nella parte centro-orientale dai prati umidi, mentre il resto del piano è occupato da colture di cereali e patate e da erbai con filari di querce, dette “camporili.” I rilievi sono ricoperti da boschi di cerro e pascoli. Nella parte orientale del piano si trova l’inghiottitoio principale in cui drenano le acque. Sui margini orientali del Piano di Arvello, tra Forcatura e Monte Palarne, a 880 m di altezza, è visibile un insediamento di epoca umbra, a pianta ellittica, con vallo ed aggere, da cui si può godere il panorama dell’intero piano e della Palude di Colfiorito.

L’attuale Costa di Arvello dovrebbe costituire l’insediamento più antico. Le fonti, infatti, ci restituiscono il toponimo Arvello in una carta dell’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo del giugno 1157 che attesta una donazione di un certo Ugolino di una terra ed un prato in Alvellu alla chiesa di Santo Stefano di Gallano; la chiesa di San Mariano di Arvello compare fin dal 1239 come dipendenza del monastero di Santo Stefano di Gallano; nel 1746 si trovano citati in modo distinto Arvello con la chiesa della Madonna del Carmine e Costa di Arvello, con la chiesa di San Mariano. In Arvello la visita pastorale del vescovo Vicentini del 1670 attesta l’esistenza di un Monte frumentario, di cui si è persa memoria.

Costa d’Arvello, il cui toponimo potrebbe indicare una zona disboscata e messa a coltura, vive di agricoltura, allevamento e lavorazione del maiale. Si compone di un piccolo nucleo di edifici sorti intorno alla chiesa medievale. La chiesa di San Mariano, oggi dedicata a Santa Lucia, a pianta rettangolare con ingresso su uno dei lati lunghi ed un campanile a vela, dovrebbe essere stata modificata nel corso del Cinquecento. L’interno, con copertura a capriate, era anticamente ricoperto di affreschi, oggi perduti. Vi si venera Santa Lucia, culto molto diffuso nella zona, da porsi probabilmente in relazione ad un santuario in Ponte Santa Lucia, oggi perduto.

Arvello si sviluppa a mezza costa, all’incrocio di tre strade, con una serie di casalini a schiera con annessi agricoli e stalle. La chiesa della Madonna del Carmine, oggi intitolata a Santa Maria Giacobbe, è citata per la prima volta nella visita pastorale di monsignor Troili del 1699, ed era sita in un edificio privato in cui si conservava una tela raffigurante la Madonna del Carmelo. La chiesa attuale è stata eretta nel 1950, dopo che il precedente edificio che la ospitava fu colpito da un incendio (1949). Vi si venera Santa Maria Giacobbe, culto forse derivato da Pale. In passato, in occasione della festività della santa mirrofora gli abitanti portavano in processione da Arvello a Costa una bella immagine in cartapesta.

Sopra ai piani di Arvello

Percorsi da fare